Castiglioncello Bandini

Il paese sorge a 606 m s.l.m. nella parte montana del comune di Cinigiano, su uno dei colli degradanti dell’Amiata, ai piedi della Riserva regionale di Poggio all’Olmo.

Il borgo sorge attorno all’omonimo castello che allora si chiamava Castiglion del Torto e che fu costruito in epoca medievale.

Originariamente era un possedimento della famiglia Aldobrandeschi. Successivamente gli Aldobrandeschi lo cedettero a Ranieri Giamboni, prima di entrare in possesso nel 1232 dei monaci dell’ abbazia di San Salvatore al Monte Amiata. Dopo ulteriori passaggi di proprietà, nel 1404 vide la definitiva sottomissione a Siena entrando in possesso della famiglia Tolomei fino al 1459, quando lo vendettero ad Antonio Todeschini. Ora il fatto volle che il Todeschini sposasse nientemeno che Donna Laudomia Piccolomini, sorella di Enea Silvio Piccolomini, Papa Pio II: il Papa di Pienza. Accadde quindi che il pontefice diede ai nipoti lo stemma e il cognome dei Piccolomini, al posto di quello dei Todeschini: in questo passaggio fra nobil famiglie senesi anche Castiglioncello divenne dominio del “Papa umanista”. Quando nel 1461 si prospettò l’idea di nuove tasse, la Signora Laudomia Piccolomini ricorse al Supremo Consiglio e grazie all’intercessione papale fu concesso che Castiglioncello, Porrona e Pozzuolo, con le loro pertinenze e i loro lavoratori, ne restassero per sempre liberi ed esenti, così come da ogni obbligo di fornire grano o vino. Nel 1544, a causa di liti sorte su ragioni ereditarie fra le famiglie Todeschini-Piccolomini e Tolomei e Bandini vi fu un “lodo” (arbitrato) proferito da Papa Paolo II con il quale il contenzioso fu risolto assegnando metà della proprietà ai Todeschini-Piccolomini mentre l’altrà metà venne equamente divisa fra i Tolomei e i Bandini: proprio quest’ultima casata ha conferito l’attuale denominazione al borgo in cui sorge il castello.
Nel 1579 Francesco Bandini, Arcivescovo di Siena, per omaggiare la sua famiglia volle eretta a “Pieve” la chiesa di questo Castello rendendola pertanto indipendente.

Della famiglia Bandini, particolarmente noto fu l’Arcidiacono Sallustio Antonio Bandini, che proprio da Castiglioncello (si dice), ispirandosi probabilmente al panorama che fa da finestra sulla Maremma fino al mare, tra il 1737 e il 1739 scrisse il “Discorso sulla Maremma di Siena” considerato uno dei massimi testi del pensiero economico del ‘700, testo di partenza per gli studi del Granduca Leopoldo di Lorena e della successiva bonifica che interessò la maremma grossetana. Nel 1861 il Granducato passò al  Regno d’Italia e Castiglioncello entrò sotto la giurisdizione del Potestà di Monticello. Nel secolo scorso il territorio della “Fattoria” tutt’oggi così definita, entrò nelle proprietà delle Casse di risparmio lombarde: comprendeva un territorio di 1000 ettari che si estendeva dai monti di oltre 1000 m slm, alle spalle del paese, fino ad arrivare alle valli della Maremma, nella zona adiacente l’Abbandonato. Vi erano compresi 18 poderi con numerose famiglie che li gestivano a “mezzadria”. Oggi la fattoria è suddivisa in più proprietà.

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Cosa vedere a Castiglioncello Bandini?

CASTELLO CASTIGLION DEL TORTO

 

Castiglion del Torto è un imponente edificio costituito da una serie di corpi di fabbricati e da due strutture turriformi, con pareti murarie esterne interamente rivestite in pietra. Nell’insieme, lo sviluppo planimetrico è a sezione quadrangolare.
Mentre il torrione a sezione rotonda con basamento a scarpa cordonato ha conservato gran parte degli originari elementi stilistici di epoca tardo medievale, la torre più imponente a sezione quadrangolare è il frutto dei rifacimenti ottocenteschi in stile neomedievale, con bifore e merlatura sommitale. Sulla cima di questa torre fu costruito un deposito di acqua che per gravità alimentava i 18 poderi sparsi sugli oltre 1000 ettari di cui la tenuta originariamente e fino a pochi anni fa si componeva.

Il Castello è proprietà privata. Vengono organizzate delle giornate di visita (FAI).

CHIESA DEL MADONNINO

 

Si tratta della cappella “padronale”. L’edificio religioso, con un portale architravato in laterizio, tetto a travi e cotto di fabbricazione locale, fu costruito durante il XVII secolo nell’area esterna al borgo castellano, quando era probabilmente adibita ad oratorio, vista l’estrema vicinanza della Chiesa di San Nicola al Castiglion del Torto, (castello di Castiglioncello Bandini).
Nel XX secolo fu posta la lapide sulla facciata anteriore all’esterno della chiesa in ricordo dei caduti della Prima Guerra Mondiale, alcuni dei quali seppelliti in un piccolo cimitero poco distante.

IL PAESE E IL PANORAMA

 

Il centro abitato si è sviluppato intorno al Castello. Nelle giornate più nitide si possono vedere verso il mare l’Isola di Monte Cristo, le Formiche di Grosseto e i monti della Corsica, soprattutto al tramonto. Verso Nord Ovest, nelle fredde giornate di tramontana invernali si vedono le Alpi Apuane.

CHIESA SAN NICOLA

 

Graziosa chiesetta a tre navate, con tetto a capriate in travi in quella centrale, e torre campanaria. Conserva nell’interno l’altare maggiore del  XVII secolo  che reca nel coronamento un affresco coevo raffigurante Dio Padre, e racchiude una tela pure seicentesca con la Madonna col Bambino dormiente, liberamente tratta da un’invenzione di Guido Reni. Vi è poi nella navatella di destra un interessante confessionale e fonte battesimale lignei e una vecchia tela raffigurante la Madonna con Bambino e Santi.
Di raffinata fattura, sotto l’altare, sono il paliotto ligneo dorato intagliato, databile al secolo XVII, e i numerosi reliquiari lignei della chiesa, contraddistinti in parte dallo stemma Bandini Piccolomini e un prezioso reliquiario contenente le reliquie di diversi santi, fra cui San Patrizio. A fianco della chiesa, vi è la ex-canonica, che fu anche l’antico Palazzo di Giustizia per la residenza del Potestà.

Come raggiungere Castiglioncello Bandini?

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